Progetto Uomo qui e ora – 02 Luglio
Viviamolo insieme.
“Sarà solo.
Dove altro, se non nei nostri punti comuni,
possiamo trovare un tale specchio?”
L’abbraccio stavolta dura meno.
“Non mi sono mai sentita figlia.
Non riesco a spiegare come sia successo.
C’è stato qualcosa che non ho mai ricevuto.
Le parole – ‘figlia’ e il ‘tu’ – che mi hai chiesto,
da te che sei estraneo, nel rapporto padre/figlia,
mi ha aperto dentro una voragine,
dove c’era dolore. Ce n’è ancora un mare!”.
– Vale la pena nuotarci dentro, senza scappare?
“Forse… forse è quello che ho fatto? è da rifare?”.
– Infatti, stavolta non sei scappata, un ‘padre’ ti ha tenuta.
“Intendi dirmi che mi sono sentita figlia,
per la prima volta in vita mia?”
– Non ho detto questo. Se è venuta su la “figlia”,
vuol dire che l’esperienza di figlia l’hai vissuta.
Perché non cerchi l’evento da cui sei scappata?
“Non mi viene in mente niente.
Ora sento soltanto una cosa: che mi sento”.
– Sei tu, per caso, quella?
“Mi pare proprio di sì. Sono io… con te”.
– Non è interessante? Stai facendo tutto da sola.
Non sono tuo padre, è evidente come il sole.
“Davvero interessante. Inspiegabile!”.
– E poi mi dici che non hai identità?
La mia faccia buffa e smorfiosa la fa ridere di gusto.
Gigetto