Progetto Uomo qui e ora – 14 Novembre

Progetto Uomo qui e ora – 14 Novembre

Viviamolo insieme.

“Qui insieme, come un uomo parte di un tutto,
con il suo contributo da offrire”

Oggi “giornata mondiale della povertà”.
Poche persone al mondo possiedono
i tre/quarti della ricchezza mondiale,
e menano vanto d’essere “esempi umanitari”,
perché destinano qualche “fondo” alla povertà.
Su cui fanno ulteriori utili/incassi, come abituati!!!
Non affronto un tema così in alto da far capogiro.
Uno più basso basso, che pure fa venire vomito.

Il ragazzo è sui trenta, non ancora laureato,
beneficiato dalla famiglia d’ogni tipo di griffe,
intasato di attrezzi sportivi e tre auto/gare,
appartamento spesato nella grande città,
salvato ogni dì dalle pretese paterne di laurea…
…ricchissimo di spaventosa povertà morale,
quella che non vuol “sporcarsi di responsabilità”.
Il padre mi supplica un parere su “che fare?”.
Gli spiego che non fa da padre. È il “benefattore”.
Il figlio si sente “beneficato”, come da “dovere” paterno.
Quindi non c’è alcuna condivisione paritaria,
da porre in conto, incassati 12 anni d’età adulta.
“Cosa vuol dire tutto questo? Io non capisco”.
– Lei lavora da mattina a sera, vero?. “Sì, accidenti!”.
– Semplice. Di colpo: tolga l’affitto di città,
sequestri le auto, fermi carte e bancomat,
la mamma apra le porte di casa, solo un mese,
per solo cibo e alloggio, così evita la strada.
Entro mese, trovi – lui – un lavoro, poi fuori!
Guai a dargli lavoro nella sua azienda, caro papy!
Glielo comunichi a parte, di persona, andato
a trovarlo, per caso, nella in città in cui ‘non studia’,
magari con un sorridente invito a pranzo,
e il furgone pronto a sbancare l’arredo.
Una faccenda da nulla per lei impresario.  
“Come mai così drastico e deciso?” – Libertà, papy!
– Il lavoro pareggia tutto e tutti! La povertà reale,
come quella morale, irresponsabile, si risolve dando
degno e vero lavoro a chi non ce l’ha,
e facendo lavorare chi mai lo ha fatto.
Così il ricco non saccheggia il povero,
e il ricco irresponsabile impara da povero.

Passato il mese, il padre imprenditore,
mi rifà visita, illuminato e soddisfatto.
“Non credevo mio figlio così abile e pratico:
in 20 giorni ha trovato lavoro, e che paga!,
ha già in mano un suo contratto d’affitto.
Sembrava non s’aspettasse altro che questo”.  

                                                                                        Gigetto        

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