Progetto Uomo qui e ora – 16 Agosto
Viviamolo insieme.
“Qui insieme, una persona può, alla fine,
manifestarsi chiaramente a sé stessa,
non come il gigante dei suoi sogni
né il nano delle sue paure”.
“Sembra che lo faccia apposta.
Penso che mi prenda perfino in giro”.
La giovane mamma è desolata.
Quando chiede al suo bimbo di 4 anni:
‘cosa di bello o brutto – fa lo stesso –
gli è successo in tempo d’asilo o da nonna’,
il bimbo comincia a raccontare,
poi appena è al punto di dire qualcosa
che lo riguardi di preciso, in prima persona,
nicchia, si ferma, parla d’altro… sfugge.
La mamma insiste, “però non c’è verso!”.
Per questo mi arriva a un colloquio.
“Che fare?”, mi chiede.
Il solito “che fare” che non c’entra nulla.
È purtroppo la mamma che sta male,
in questa cosa pressoché normale,
nei bambini esortati a parlare di sé.
– Puoi smettere di chiedere, senza starci male?
“Non lo so. So che, se insisto, è peggio”.
Appunto. Le racconto del ‘nano e del gigante’.
“Lascio che sia lui a parlare, se vuole”.
– Centodieci e lode, cara mamy!
Gigetto