Progetto Uomo qui e ora – 17 maggio
Viviamolo insieme.
“Gerusalemme,
città della pace”
Angosciante la guerra militare e sociale
in Palestina, attorno alla città di Gerusalemme.
“Città della pace” è il suo nome.
Centro in cui s’incrociano tutte le religioni,
che fanno capo ad Abramo, il “padre della fede”.
Quando vi andai, e la percorsi a piedi,
gli ebrei controllavano e garantivano i miei movimenti,
i palestinesi cristiani mi accompagnavano e servivano,
i palestinesi islamici guidavano e curavano gli aspetti turistici.
Da tutti ricevevo sorrisi e gentilezza.
Aperta la spianata del tempio,
le moschee visitabili con rispetto,
accesso al muro del pianto e sosta meditativa,
serenità al S. Sepolcro nonostante le risse
rituali, per troppa gente e troppi gruppi,
sugli spazi comuni da usare in preghiera.
Abramo, con la sua fede, offriva serenità per tutti.
La fede è un sentimento più forte della religione,
ma è sporcata da questa, quando diventa ideologica,
interessata (anche ai soldi), gioco di potere,
esclusiva, impositiva e di parte.
In quel momento salta la pace nelle relazioni,
diventa rivendicazione e si fa rapidamente guerra.
Così saltano per aria le case e le piazze,
muoiono bambini e persone innocenti.
Ma l’amore non vince l’odio religioso?
L’umile amore umano, fatto di carne e limite,
emozione e sentimento sublime,
non sta alla base della fede e della fiducia?
Come l’amore è di tutti e quindi per tutti,
Gerusalemme, capitale della fede mondiale,
non è pezzo di terra da possedere,
agglomerato di palazzi e luoghi santi da sfruttare,
meno che meno spazio per i faziosi.
Per essere città della pace,
ha bisogno dell’amore di tutti.
Solo l’amore vince ogni guerra.
Gigetto