Progetto Uomo qui e ora – 28 Giugno
Viviamolo insieme.
“Sarà solo.
Dove altro, se non nei nostri punti comuni,
possiamo trovare un tale specchio?”
La ragazza dello specchio ha aperto la sfida.
Bisognosa di affetto, tanto da perdersi,
continua a perdersi e la sfida è metodo perfetto.
– Come mai prendi le distanze e mi rifiuti?
“Niente affatto. Lei è molto interessante, anzi”
– Senti. Per come ti parlo e ti sto vicino in ascolto,
non ti sto esprimendo sensibilità e tenerezza?
“Sì, è vero. Ma questo mi fa passare in ansia,
non so dove parare e mi scattano vuoti dentro”.
– E il vuoto non crea distanza?
“Assolutamente sì. Lei mi porta dove non so”.
– Per questo ti stai difendendo?
“A me non pare. ‘Sento’ che qui ho trovato
pane per i miei denti. So che sono tosta”.
– Ti sei accorta che hai valutato che “ho ragione”?
“Sì. Più parlo con lei, lei mi frega nei miei pensieri”.
– Infatti la sfida è passata alla mente.
Sensibilità e tenerezza sono su altro piano.
Io sento che tu sei amabile e piena di bisogno.
“E allora? Penso e sento – forse – che è così”.
– Non ti difendi da questo?
“Non mi pare, non mi sto difendendo”.
– Quando passi alla ragione, a valutare
se dico bene o male, se ti centro o meno,
sposti la tua attenzione su me non su te.
“Beh, sì. La tengo a bada dentro,
non so dove va a parare”.
– Non vado a parare, sto offrendo vicinanza e tenerezza.
E ho eliminato tutte le distanze.
Tanto che mi sento padre e te figlia.
Anche se non lo sono e tu non sei figlia mia.
“Sono senza parole. Sto bene e sto malissimo”.
Gigetto