Progetto Uomo qui e ora – 29 Giugno
Viviamolo insieme.
“Sarà solo.
Dove altro, se non nei nostri punti comuni,
possiamo trovare un tale specchio?”
Lo specchio può dare identità?
La ragazza sta là davanti, senza parole.
Tocca a me rompere il silenzio.
– Padre e figlia non sono due parole importanti?
Continua a guardarmi in silenzio,
quasi intravedo volute di pensieri sopra la testa.
“Non ho mai avuto intesa con papà e mamma”.
– Non trovi che in questo momento, con un estraneo,
quale sono io, puoi aprire una finestra o una porta?
“Sto bene e sto malissimo. Non so perché”.
– Ti prego: come mai sempre ‘sapere’ e non ‘sentire’?
“Dovrei sentirla padre e io figlia?”.
– ‘Dovere’ non va d’accordo con ‘sentire’,
e inoltre importante che ti senti ‘figlia’;
sentirmi ‘padre’ non diventa automatico?
Passaggio semplice e unitario, profondo.
“Non so più cosa dire, mi mancano le parole,
mi sento come fossi allo sbando, persa”.
– ‘Persa’: parola che continua a ritornare.
Nel silenzio i nostri sguardi sono agganciati.
I suoi occhi cominciano a lacrimare.
Poi petto e stomaco agganciano il dolore,
che può diventare singhiozzo profondo.
“Non ho mai sentito un padre,
comincio a sentire ‘te’ come padre,
e mi pare si essere stupida, non è vero”.
– Ci sei, hai fatto il salto nel ‘tu da figlia’.
Gigetto