Progetto Uomo qui e ora – 30 Giugno
Viviamolo insieme.
“Sarà solo.
Dove altro, se non nei nostri punti comuni,
possiamo trovare un tale specchio?”
Singhiozzo nello ‘specchio’,
quasi un salto nella propria identità!
Condizione di figlia, ci sta bene e sta malissimo.
La ragazza è ancora lì, davanti, senza parole,
mentre le tracce del volto si rasserenano.
Effetto del pianto o dell’identità ritrovata?
– Ragazza, figlia mia, vuoi un abbraccio?
Si alza. Non mi muovo. Lei porge le mani.
Le prendo con forza e tenerezza, ma mi trattengo.
Riappare la sfida, lampo degli occhi.
Mi tira con forza. Allora cedo, allargo le braccia.
Si precipita dentro. Il pianto riprende a scroscio.
Un fiume di singulti nella corrente di dolore.
D’improvviso, troppo male, cerca di divincolarsi.
La trattengo avvolgendola con tenerezza e forza.
Resiste, ma finalmente si lascia andare.
Lo scroscio riprende, finché il singhiozzo si fa respiro.
Respiro libero che sale dalle sue radici.
– Hai ritrovato la figlia, quella figlia che sei?
Accenna di sì col capo, senza una voce.
Mi guarda e rientra nelle mie braccia.
L’ascolto.
Sento che, dentro l’abbraccio,
lei si ascolta e non ragiona e non si pensa.
Respira e gusta il contatto. Identità?
Gigetto