Viviamolo insieme.
“Vivi a noi stessi e agli altri”
Pasqua come passaggio dalla morte alla vita.
E la morte stessa diventa garanzia di continuità.
Inutile illudersi. La morte non è liberazione da tutto,
“privazione in primis del “Proprio IO” (pensa il suicida).
Sarebbe atto egoistico, presuntuoso, per niente liberante.
La vita storica del “Mio IO” viene salvata, in morte,
nel “punto eternità”, dove là ritrova le relazioni
vissute nel tempo: quelle con sé, gli altri tutti e Dio.
Per l’appunto! Nel tempo storico finito,
la vita vissuta è resa eterna, per sempre.
Lo pensiamo già e lo facciamo davvero nel ricordo
dei defunti conosciuti, familiari e amici nostri.
Gigetto