
“Ben-essere con la mindfulness” è il titolo del progetto biennale che Fondazione Progetto Uomo di Belluno realizzerà con il contributo del Comune di Udine OMS Città Sane.
Gli obiettivi
Il progetto biennale intende migliorare le prestazioni attentive delle persone over 65, il loro benessere psicologico, ridurre il dolore fisico legato ai processi infiammatori di 80 persone over 65 con dolore cronico, misurare dopo l’intervento il miglioramento nelle varie aree e formare 4 caregiver formali come istruttori di mindfulness.
Le azioni
In pratica la prima azione a corollario del progetto sarà un evento formativo in collaborazione con la prof.ssa Rossana De Beni sull’invecchiamento, i suoi processi e gli atteggiamenti nei confronti di quest’ultima fase della vita. La formazione sarà riservata a istruttori di mindfulness, professionisti e operatori che praticano la meditazione. La prof.ssa De Beni farà cenno al protocollo MBEC Mindfulness Based Elder Care ideato da Lucia McBee (McBee2008).
La seconda azione prevede l’organizzazione di 4 corsi di mindfulness in 2 residenze per anziani e in 2 AUSER.
Il terzo step riguarda la formazione come istruttori di mindfulness di 4 caregiver formali dipendenti delle residenze per anziani che, dopo aver seguito un corso annuale, potranno dare continuità alla pratica di meditazione con ospiti e personale delle residenze per anziani. In collaborazione con il dr. Alessio Matiz, responsabile scientifico dei corsi, saranno somministrati questionari iniziali e finali i cui esiti confluiranno in una ricerca su cui stanno lavorando alcuni docenti e ricercatori dell’università di Udine.
Le collaborazioni in essere
Fondazione Progetto Uomo collabora dal 2018 con il prof. Franco Fabbro il quale ha ideato e standardizzato il protocollo MOM – Meditazione di consapevolezza Orientato alla Mindfulness (Fabbro Crescentini 2016), sperimentandolo in diverse realtà quali ospedali, comunità terapeutiche, scuole.
Invecchiamento consapevole: Aging e Ageism

Il 29 gennaio la Fondazione Progetto Uomo ha organizzato una giornata su “Invecchiamento consapevole: aging e ageism” a corollario del progetto “Ben-essere con la mindfulness” con il contributo del Comune di Udine – Città Sana. Una 50ina i partecipanti da tutt’Italia ospiti della Camera di Commercio di Udine – sala Valduga.
La prof.ssa Rossana De Beni ha ricordato a tutti che l’invecchiamento è inevitabile, l’alternativa sappiamo qual è.
Per ciascuno di noi invecchiare è un’esperienza nuova e per la prima volta nella storia dell’umanità la popolazione anziana è così numerosa per motivi riconducibile alla genetica, all’alimentazione, alla medicina, allo stile di vita, all’assenza di guerre, almeno in Occidente. Nell’arco di 3 generazioni la piramide dell’età si è rovesciata
C’è però una brutta notizia: il pregiudizio verso l’invecchiamento (Ageism) è nelle nostre menti. Non possiamo pensare che il corpo ci lascerà, che la mente potrebbe lasciarci, le ossa potranno cedere. I nostri schemi mentali sono strutturati per evitare il pensiero della morte.
Da anni si parla di invecchiamento di successo, attivo, produttivo, sano, positivo ecc. Ieri si è parlato di invecchiamento consapevole, consapevole che il tempo che abbiamo è limitato, ma che questa ultima fase della vita è piena di senso, porta perdite, ma anche guadagni. Una mole di studi scientifici evidenziano una progressiva focalizzazione sul presente, una maggiore selettività nelle relazioni sociali, un miglioramento nella regolazione emotiva nell’età anziana: i vecchi sperimentano un maggior benessere psicologico risoetto ai giovani. Quindi contrariamente alle visioni più tradizionali che enfatizzano il declino, l’invecchiamento può portare a cambiamenti positivi nella sfera emotiva e sociale, contribuendo a un maggiore benessere psicologico nelle fasi avanzate della vita. Studi sul paradosso del benessere nell’invecchiamento dimostrano le abilità delle persone anziane di adattarsi alle condizioni di vita avverse, mantenendo stabile il benessere soggettivo.
Nel funzionamento cognitivo cambia l’energia mentale (risorse disponibili), si osserva una minore efficienza dei meccanismi attentivi, minore inibizione delle informazioni irrilevanti, la velocità con cui si elaborano le informazioni. Rimangono preservate la memoria a breve termine, la memoria a lungo termine e procedurale. Tra i vecchi eccellenti il pianista A. Rubinstein che ha continuato a suonare in modo eccellente fino alla morte introducendo strategie di selezione del repertorio e per dissimulare la perdita di rapidità nei movimenti.
I vecchi non sono un gruppo omogeneo, con l’aumento dell’età la variabilità tra gli individui cresce. Certo ci sono individui in cui si riduce la memoria, ma ci sono anche quelli che la preservano, allenandola, come quella degli adolescenti.
La personalità continua a maturare: spesso aumentano la coscienziosità, la responsabilità, la saggezza, l’empatia.
Se riflettiamo sui luoghi comuni quali “i vecchi gravano sulle spalle dei giovani” spesso i giovani ricevono dai vecchi aiuto economico e sostegno nell’organizzazione famigliare.
Dovremmo impegnarci a rimuovere il pregiudizio verso le persone anziane che spesso si somma ad altri pregiudizi quali essere donna, di un’altra religione, di un altro orientamento sessuale.
La chiave è l’intergenerazionalità. Se ne parla, ma non si pratica.
Sono state ricordate le evidenze scientifiche sugli effetti positivi della mindfulness sulla gestione dello stress, l’ansia e la depressione, sulle funzioni cognitive, sulla accettazione dei cambiamenti fisici e mentali di cui ha parlato la prof.ssa Rossana De Beni, tra le fondatrici della facoltà di psicologia dell’università di Padova, ricercatrice e presidente della SIPI Società Italiana di Psicologia dell’Invecchiamento, Istruttrice MBSR https://scholar.google.com/citations?user=vx4hNrQAAAAJ&hl=it
Sull’argomento la prof.ssa Rossana De Beni suggerisce la lettura di 3 libri
